Si chiama Francesco, questo papa.
La Chiesa, come istituzione, è in crisi. Lo si è detto più volte e da più parti è stato sostenuto. Crisi di vocazioni e crisi di consensi. La Chiesa si è allontanata troppo dalla gente, chiusa nei suoi dogmi e protetta da privilegi millenari e la gente si è allontanata dalla Chiesa, impegnata sempre di più a resistere alla crisi economica, non approvando quei lussi che non hanno mai smesso di esistere e di caratterizarla. Il papa con le scarpe di Prada, l'oro dei riti, l'elicottero per spostarsi, la polemica dell'ici e poi su, a salire, fino alla questione del potere temporale, agli scandali politici interni al Vaticano, alla questione delle banche e dello Ior, alla disputa sul celibato e alla piaga della pedofilia. Insomma, la Chiesa è oggi lontana dalla gente. Insomma, la gente oggi si avvicina meno alla Chiesa.
Il nuovo papa dovrà rispondere a questi cambiameti e avrà l'onore ma soprattutto l'onere di ricucire questo "strappo" con la società civile.
Allora cosa ci può essere di meglio e di più mirato che eleggere papa un outsider? Lasciare i vari "nomi" grossi e le loro relative correnti a bocca asciutta. Far cadare la scelta su un papa "povero", che bacia i piedi ai malati di aids, che si sposta con una macchina anonima, che da vescovo della sua città rifiuta di vivere nel palazzo designato come residenza ufficiale. Un papa che viene dal sud del mondo, da uno stato che ha vissuto il default economico. Un papa che sceglie di chiamarsi come il "santo povero". Un papa che si affaccia su San Pietro e rompe gli schemi, gli schemi della comunicazione. Un papa che è (anche) un gesuita. Un custode della dottrina, un interprete vero delle scritture, un protettore dell'ortodossia. Quindi un vero conservatore.
Penso che, dunque, questo papa dovrà essere giudicato (se è lecito per un membro della società civile, forse ateo e sicuramente dubbioso giudicare un papa) dovrà essere giudicato, dicevo, andando oltre la forma del suo mostrarsi. Se, solo se, avvierà un vero processo di soluzione delle importanti questioni aperte potrà essere davvero il papa vicino alla gente. Altrimenti resterà UN papa. Altrimenti sarà una risposta mediatica (nella risposta mediatica). (e io, personalmente, continuerò ad avere bene in mente le sua foto, forse falsa, in compagnia di Videla).
Il nuovo papa dovrà rispondere a questi cambiameti e avrà l'onore ma soprattutto l'onere di ricucire questo "strappo" con la società civile.
Allora cosa ci può essere di meglio e di più mirato che eleggere papa un outsider? Lasciare i vari "nomi" grossi e le loro relative correnti a bocca asciutta. Far cadare la scelta su un papa "povero", che bacia i piedi ai malati di aids, che si sposta con una macchina anonima, che da vescovo della sua città rifiuta di vivere nel palazzo designato come residenza ufficiale. Un papa che viene dal sud del mondo, da uno stato che ha vissuto il default economico. Un papa che sceglie di chiamarsi come il "santo povero". Un papa che si affaccia su San Pietro e rompe gli schemi, gli schemi della comunicazione. Un papa che è (anche) un gesuita. Un custode della dottrina, un interprete vero delle scritture, un protettore dell'ortodossia. Quindi un vero conservatore.
Penso che, dunque, questo papa dovrà essere giudicato (se è lecito per un membro della società civile, forse ateo e sicuramente dubbioso giudicare un papa) dovrà essere giudicato, dicevo, andando oltre la forma del suo mostrarsi. Se, solo se, avvierà un vero processo di soluzione delle importanti questioni aperte potrà essere davvero il papa vicino alla gente. Altrimenti resterà UN papa. Altrimenti sarà una risposta mediatica (nella risposta mediatica). (e io, personalmente, continuerò ad avere bene in mente le sua foto, forse falsa, in compagnia di Videla).
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