giovedì 12 settembre 2013

Secondo me

Questione di vita o di morte.
Anzi questione di morte e di vita.
A dire che per vivere, per vivere, ci sono tanti motivi ed ognuno ha i suoi.
Invece per morire, per morire, ne esiste uno solo.




sabato 16 marzo 2013

Si chiama Francesco, questo papa.

La Chiesa, come istituzione, è in crisi. Lo si è detto più volte e da più parti è stato sostenuto. Crisi di vocazioni e crisi di consensi. La Chiesa si è allontanata troppo dalla gente, chiusa nei suoi dogmi e protetta da privilegi millenari e la gente si è allontanata dalla Chiesa, impegnata sempre di più a resistere alla crisi economica, non approvando quei lussi che non hanno mai smesso di esistere e di caratterizarla. Il papa con le scarpe di Prada, l'oro dei riti, l'elicottero per spostarsi, la polemica dell'ici e poi su, a salire, fino alla questione del potere temporale, agli scandali politici interni al Vaticano, alla questione delle banche e dello Ior, alla disputa sul celibato e alla piaga della pedofilia. Insomma, la Chiesa è oggi lontana dalla gente. Insomma, la gente oggi si avvicina meno alla Chiesa.
Il nuovo papa dovrà rispondere a questi cambiameti e avrà l'onore ma soprattutto l'onere di ricucire questo "strappo" con la società civile.
Allora cosa ci può essere di meglio e di più mirato che eleggere papa un outsider? Lasciare i vari  "nomi" grossi e le loro relative correnti a bocca asciutta. Far cadare la scelta su un papa "povero", che bacia i piedi ai malati di aids, che si sposta con una macchina anonima, che da vescovo della sua città rifiuta di vivere nel palazzo designato come residenza ufficiale. Un papa che viene dal sud del mondo, da uno stato che ha vissuto il default economico. Un papa che sceglie di chiamarsi come il "santo povero". Un papa che si affaccia su San Pietro e rompe gli schemi, gli schemi della comunicazione.  Un papa che è (anche) un gesuita. Un custode della dottrina, un interprete vero delle scritture, un protettore dell'ortodossia. Quindi un vero conservatore.
Penso che, dunque, questo papa dovrà essere giudicato (se è lecito per un membro della società civile, forse ateo e sicuramente dubbioso giudicare un papa) dovrà essere giudicato, dicevo, andando oltre la forma del suo mostrarsi. Se, solo se, avvierà un vero processo di soluzione delle importanti questioni aperte potrà essere davvero il papa vicino alla gente. Altrimenti resterà UN papa. Altrimenti sarà una risposta mediatica (nella risposta mediatica). (e io, personalmente, continuerò ad avere bene in mente le sua foto, forse falsa, in compagnia di Videla).

mercoledì 13 febbraio 2013

E' un po' come dire,

Voterai a queste prossime elezioni?
Si, credo di si.
Ah, bene. Per chi hai deciso di votare?
Beh il voto è segreto, non te lo dico.

Questo breve scambio, che spesso mi capita di sentire, credo sia una delle peggiori deformazioni del pensiero democratico; non è che il voto sia segreto e quindi non vada comunicato. E' segreto nel senso che siamo liberi da influenze, costrizioni, indicazioni e possiamo votare per chi vogliamo, senza doverne rendere conto a chicchessia. E' segreto perchè poi, dopo che hai votato, non devi risponderne a nessuno. Tanto meno giustificarti.
In questo senso è segreto.
In questo senso segreto è un po' come dire libero.

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sabato 29 settembre 2012

Questa notte

Ho dormito dalla tua parte, con il cuscino più duro, che il gatto non la smetteva di salirmi in testa. Alla fine l'ho lasciato acciambellato sul mio di cuscino e mi sono spostato un po', dalla tua parte.
Che tu neanche c'eri.

lunedì 10 settembre 2012

colazioni

oggi al bar, il mio vicino di bancone:
"un cappucino"
"mettiamo il cacao?"
"macchiato caldo?...un cappucc.."
"sì,..vuole il cacao?"
"ah, eh, mm..no."

a volte è un attimo.

lunedì 11 giugno 2012

10 giugno 2012

ciao Pier

martedì 29 maggio 2012

terremoto 2.0

Sembra che tutti facciano a gara per chi ha sentito per primo e più chiaramente il terremoto. I social network sono pieni di post e commenti, anche miei; però credo che una cosa sia l'informazione rispetto ad un evento importante e un'altra sia il presenzialismo. Vero che tra avvertire il terremoto e non avvertirlo può passare il sopravviverci però il terremoto è una disgrazia, poi tutto è distrutto, dormi in macchina, perdi persone care, devi ricostruire. Non capisco questa voglia di essere nella notizia, sembra un po' la foto ricordo dell'isola del Giglio, con la nave mezza inabissata sullo sfondo. Ma sappiamo, sì, che la volta che tutti lo sentiremo chiaramente è perchè ci troveremo in piazza a schivare i calcinacci?

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