giovedì 4 marzo 2010

Riprendere Berlino

Berlino, al centro dell'Europa che cambia, Berlino che è cambiata da quando ci sono andato 18 anni fa. Ha saputo rinnovarsi, con una forte rielaborazione del lutto dopo il crollo del muro, trovando una identità che passa anche attraverso il memoriale dell'Olocausto e i resti del Muro messi in mostra per i turisti. Quando ci sono stato da ragazzo chievo dove fosse il muro ai berlinesi e questi mi rispondevano "what kind of wall?" e trovare Check point Charlie non è stato facile (al di là della mia imbranataggine). Adesso è impossibile non andarci a sbattere contro. Adesso McDonald's ha aperto sotto la stazione di Alexanderplatz e Starbucks davanti alla porta di Brandegurgo. Adesso è una metropoli internazionale che ha fatto i conti con la propria storia. Adesso è un cantiere aperto, con nuove costruzioni firmate e vecchie ristrutturate con sapienza, adesso le ruspe sono ovunque, non per abbattere muri ma per gridare al mondo che Times Square non è solo a NY. Cicatrici urbane quasi a coprire cicatrci dell'anima.
Quartieri della DDR, dove faticavi a distinguere il grigio dei palazzi da quello del cielo, da quello della faccia delle persone adesso sono i più dinamici, colorati, pop-abbestia dove il trend non arriva ma parte, dove la creatività abbonda e dove i palazzi "prussiani" sono stati ristrutturati da fare invidia ad una rivista di architettura patinata. Berlino, in certi angoli, vie, piazze (d'armi) sa di 40 anni fa, di stantio e fermo. Racconta quello che era e non è più; nella speranza che continui a raccontare, per non dimenticare ciò che di atroce è stato, prima del centro creativo dell'Europa che si muove. Così come Hansaviertel racconta di un sogno urbanistico che era il sogno di una società che è precipitata.
Per me Berlino è stato tutto questo e qualcosa d'altro ancora, dentro.

Lettura consigliata: "Berlin" di Eraldo Affinati, Rizzoli
http://www.eraldoaffinati.it/scrittura.asp?showDoc=43